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Dolore vulvare

gestire il dolore vulvare, e la sua complessità

Provare dolore durante i rapporti sessuali è un’esperienza che accomuna un numero considerevole di donne, donne che fino a non molto tempo fa non avrebbero potuto nemmeno dare un nome al proprio problema, tanto erano scarse le conoscenze e gli studi in materia. È solo negli ultimi venti anni che la comunità medica ha iniziato ad affrontare il tema del dolore vulvare, a studiarlo e a cercare di capirlo, nonostante interessi una percentuale di donne che si arriva a stimare intorno al 10-15%.

Le cause che possono condurre al dolore vulvare (Che sia spontaneo o provocato durante i rapporti) sono varie, in particolare riconosciamo cause infettive, irritative, dermatologiche, neurologiche, oncologiche, ormonali o traumatiche.

Quando il dolore non è riconducibile ad una causa specifica ed è presente da più di 3 mesi, si parla allora di vulvodinia. Ciò non esclude comunque la presenza di una delle altre condizioni sopra nominate, che possono affiancarsi a quest’ultima.

La vulvodinia è una patologia nuova (nel senso della sua diagnosi e studio), ma nonostante i grandi passi fatti negli ultimi tempi, le donne che convivono con questo fastidioso sintomo spesso si scontrano con diverse difficoltà nell’affrontare l’argomento con il proprio medico, tra cui la difficoltà del medico stesso nel trattare temi legati alla sessualità, la paura di non essere “normali” o di apparire “strane”, la percezione che il proprio dolore venga normalizzato e non considerato come sintomo rilevante, l difficoltà a parlare di un tema (quello del proprio corpo e della sessualità) motivata dal fatto che nella nostra società è ancora piuttosto difficile avere un vocabolario e un’attitudine sufficientemente adeguati a parlare di sessualità

Tutto ciò fa sì che il dolore vulvare resti ancora oggi un problema sottostimato, poco indagato, e che spesso giunge all’attenzione di un medico preparato per affrontarla con notevole ritardo rispetto alla sua insorgenza. 

Quando ci si trova a valutare un caso di dolore vulvare è necessario “tenere insieme” tanti aspetti, per questo ho scelto l’immagine, simbolica, di un cubo di Rubik.

In particolare bisognerà valutare:

  • il benessere delle mucose del vestibolo, che possono essere disidratate, irritate dal contatto con sostanze, atrofiche per carenza di ormoni, infiammate da infezioni oppure da problemi dermatologici. Ognuna di queste condizioni necessita di un intervento terapeutico diverso.
  • se c’è “allodinia”, la percezione di dolore in presenza di stimoli che in genere non sono in grado di suscitarlo. Anche questo modificherà la condotta.
  • se ci sono disfunzioni del pavimento pelvico, condizione che richiede una riabilitazione
  • se ci sono altre patologie associate (endometriosi, malattie infiammatorie intestinali, ecc) e in tal caso lavorare in equipe
  • come impatta tutto ciò sulla vita della persona, sulla sua salute mentale, eventualmente sulla coppia. Se necessario prevedere un percorso adeguato

Il dolore è spesso il risultato della somma di più fattori. Lavorare su ciascuno, senza dimenticare gli altri, è complicato ma necessario.

La visita di patologia vulvare, seguita molto spesso da un lavoro d’equipe che coinvolge diverse altre figure professionali, è il primo step per affrontare una condizione di dolore e trovare la strategia “su misura” per superarla

“Date al dolore la parola; il dolore che non parla, sussurra al cuore oppresso e gli dice di spezzarsi.”

William Shakespeare

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